Handstand: linea “ideale” e linea “funzionale”
In uno specialista della verticale di alto livello, la linea ideale e quella funzionale sono quasi sovrapponibili. Nella maggioranza dei casi però, per stare molto tempo in equilibrio sulle mani, bisognerà cercare di stare rilassati il più possibile e per far questo si tenderà a perdere la linea ideale in funzione delle peculiarità della propria struttura. Nel mio caso, per il momento, sarà più utile aprire leggermente il petto e non forzare l’“hollow position”: ostinarsi a forzare un incastro troppo al limite creerebbe tensione eccessiva, non funzionale a mantenere la posizione per diversi minuti. Potrà essere quindi necessario fare un compromesso tra linea esteticamente “perfetta” e linea funzionalmente accettabile. In quest’ultimo caso l’importante è comunque tenere il più possibile polsi, spalle, bacino e piedi sulla stessa linea, senza però irrigidirsi. Per far ciò può essere necessario fare delle piccole correzioni con la colonna, che non sarà perfettamente dritta come da manuale, ma compenserà leggermente le tensioni nella zona delle spalle. Importante sottolineare LEGGERMENTE, se il compenso risulta eccessivo si dovrà inevitabilmente risolvere prima l’impedimento strutturale con altri esercizi di mobilità. Logicamente per tutti l’obiettivo sarà nel tempo, se possibile, quello di sovrapporre linea ideale e linea funzionale. Se parliamo di verticale in teoria polsi, gomiti, spalle, bacino e piedi dovrebbero essere sempre sulla stessa linea e l’intero corpo dovrebbe formare una retta continua perpendicolare al suolo. A prescindere da giudizi su cosa sia meglio o peggio, a volte si assumono posture a testa in giù che non rispettano quanto appena detto: la cosiddetta verticale “a banana” ad esempio, porta una linea spezzata ed una non perpendicolarità del busto e delle gambe rispetto al suolo. Questa postura arcuata denota un deficit propriocettivo e bypassa una mancanza di mobilità e/o forza nelle spalle (inarcare molto può servire ad aiutarsi maggiormente con i muscoli pettorali) e determina un grande compenso da parte di schiena e gambe. Indubbiamente è all’inizio più funzionale per stare a testa in giù, perché più facile da mantenere, ma alla lunga sarà molto meno vantaggiosa per stare in equilibrio sulle mani, in quanto le forze in gioco non verranno distribuite e scaricate al suolo in maniera altrettanto efficiente rispetto ad una linea ideale. Inoltre fare un arco eccessivo sarà meno utile per il nostro corpo perché non obbliga a conquistare e mantenere una buona mobilità delle spalle, non richiede lo stesso impegno propriocettivo, non da lo stesso transfer per altre posture e può stressare la zona lombare… In oltre esteticamente risulta non altrettanto convincente… Un altro errore che si vede spesso, anche e soprattutto in atleti forti, è portare il peso troppo sulla parte anteriore delle mani, mantenendo polsi gomiti e spalle non sulla stessa linea; questo atteggiamento compenserà una non ottimale mobilità delle spalle e propriocezione del corpo e deve essere supportato da molta forza muscolare creando un maggior dispendio energetico. Le braccia in sintesi appaiono più in un atteggiamento tipo planche, quindi se il target è la verticale diventa un errore. Concludendo, dato per scontato che al mondo se avete una verticale perfetta interessa poco, allenare posture simili ha senso se sono consapevole di quello che faccio e cerco di mantenere una certa aderenza e coerenza tecnica ed estetica, biomeccanica e fisiologica. Alla fine comunque non sarà tanto importante stare in equilibrio sulle mani, che un giorno magari diventerà naturale, ma quello che ho dovuto fare per riuscirci…