
Basta integratori!
Il titolo è volutamente provocatorio, visto l’utilizzo spesso immotivato dei famigerati integratori alimentari/sportivi. Escludendo quelle rare situazioni in cui l’integrazione può essere necessaria (ma è un medico con adeguate competenze a doverlo valutare!), nella maggioranza dei casi l’unico beneficio degli integratori è per chi li produce. Questo non è un articolo scientifico, non prenderà in esame nessuno studio (visto che spesso sono sponsorizzati dalle stesse case farmaceutiche…) ma cercherà semplicemente di utilizzare il ragionamento, l’esperienza ed un cultura scientifica di base per analizzare la questione.
Quanto scritto non pretende di essere una “verità assoluta”, ma piuttosto uno spunto per stimolare ad approfondire l’argomento.
Partiamo dal significato di integrazione (fonte Treccani): in senso generico, il fatto di integrare, di rendere intero, pieno, perfetto ciò che è incompleto o insufficiente a un determinato scopo, aggiungendo quanto è necessario o supplendo al difetto con mezzi opportuni.
Detto questo, a livello pratico, assumere un integratore senza aver quantificato una carenza o un aumentato fabbisogno potrebbe non essere una scelta vincente…
Gli integratori nascono per pazienti incapaci di assumere i nutrienti necessari dall’alimentazione. Degli esempi possono essere persone che hanno subito un forte trauma o che sono affette da malattie croniche degenerative. Se non esistono impedimenti all’ utilizzo di cibo solido, sarebbe opportuno chiedersi se assumere prodotti di sintesi sia necessario e soprattutto salutare. Il nostro organismo si è evoluto per essere in equilibrio con l’ambiente circostante; il meccanismo di assimilazione dei nutrienti da fonti di origine vegetale ed animale è un sofisticato processo di adattamento, che si è perfezionato in migliaia di anni (se parliamo esclusivamente di homo sapiens, altrimenti molto di più). Molecole sintetizzate in laboratorio con tecniche recenti avranno lo stesso effetto di molecole “naturali”? Forse… Le concentrazioni però sono sempre estremamente elevate rispetto a ciò che si trova in natura. Questo è necessario perché la “qualità” e quindi la percentuale realmente assimilabile è inferiore. Lecito chiedersi se è opportuno aumentare la quantità di nutrenti “artificiali” e sostanze chimiche “di contorno” oppure sarebbe meglio procurarci del cibo non contaminato, che contiene naturalmente tutto quello di cui abbiamo bisogno.
Detto questo, prima di acquistare integratori, chiediamo consiglio ad un medico competente, onesto e senza legami diretti con case farmaceutiche. Se a seguito di opportune analisi si evidenziasse una carenza di un nutriente, un adeguato piano alimentare potrà solitamente risolvere il problema. Nel caso in cui ciò risulti comunque insufficiente verrà sicuramente valutato l’utilizzo dell’integratore più opportuno.
Consiglierei di non leggere autonomamente le analisi del sangue, perchè anche un medico con esperienza non è infallibile… figuriamoci quando si incorre in diagnosi improvvisate… Chiaro se un parametro è palesemente alterato è evidente, ma il tutto va inquadrato in una condizione d’insieme che non è mai scontata, perché i meccanismi omeostatici sono processi sofisticati e non sempre pienamente comprensibili.
Spesso chi assume integratori sostiene di farlo perché “si sente meglio”, ma in questo caso il pensare di stare bene non è un parametro attendibile: mai sentito parlare di effetto placebo?
Parlando di performance, teniamo conto che quello che mangiamo non migliora la prestazione, ma una cattiva alimentazione può peggiorarla. E’ una differenza sottile ma sostanziale. In questa circostanza stiamo parlando di persone sane e con un quadro ormonale “in ordine”, perché in caso contrario l’alimentazione logicamente migliora la performance perché prima migliora la salute.
Sintetizzando, se non ho una carenza documentata che motivi l’assunzione di un integratore, sto semplicemente sprecando tempo, soldi ed affaticando inutilmente i miei organi interni.
Parliamo (molto brevemente) di alcune categorie di integratori usati di frequente:
“Stimolanti”: sono quelli a base di sostanze eccitanti come la caffeina o a base di precursori ormonali… E’ evidente che ad alti dosaggi non sono né etici né salutari (consiglio di fare una ricerca sugli effetti collaterali a dosi elevate), quindi non li prenderei nemmeno in considerazione. Inoltre una persona realmente padrona di se stessa non dovrebbe aver bisogno di espedienti per dare il massimo in un’attività. Ad esempio modulando la respirazione si può ottenere molto di più in termini di risultati… ma questa è un’altra storia…
“Termogenici”: nella migliore delle ipotesi sono inutili e non spenderei ulteriori parole.
“Proteine” e “Amminoacidi”: molto spesso si assumono con il cibo più proteine del fabbisogno proteico giornaliero… va da sé il giudizio sull’utilizzo di proteine in polvere o amminoacidi senza prescrizione.
Ricapitolando, per i più basti sapere che non è necessario assumere integratori per migliorare salute o performance.
Se dovessero prescrivervi veri e propri farmaci come derivati di ormoni tiroidei, metformina o anfetamine, magari con lo scopo di perdere peso rapidamente… fuggite a gambe levate! D’altra parte esistono farmaci in grado di migliorare la prestazione, ma è come vendere l’anima al diavolo: primo o poi tornerà a prendersi la vostra salute fisica e mentale (una breve ricerca sugli effetti collaterali dei più usati vi potrebbe chiarire le idee in merito…). Penso che non serva presentare nessuno studio specifico per ritenere assurdo l’utilizzo di sostanze di questo genere: oltre agli effetti collaterali ed hai danni fisici, l’utilizzo di farmaci in questo caso rappresenta una modalità terapeutica altamente diseducativa, danneggiando gravemente il paziente anche a livello psicologico. Le persone dovrebbero puntare ad arrivare all’obiettivo con le proprie forze. Solo allora sarà una reale conquista, duratura perché consapevole, e che avrà portato ad un’ evoluzione.
Non fidatevi di chi vi vuole vendervi pillole magiche, scorciatoie, metodi miracolosi che non richiedono impegno… Un professionista dovrebbe mostrarvi la strada e darvi gli strumenti per percorrerla autonomamente, non vi dovrebbe vendere qualcosa a vita o rendervi dipendenti. Logicamente c’è chi può aver bisogno di più aiuto per più tempo, ma l’obiettivo deve essere l’indipendenza sotto tutti i punti di vista, compreso quello psicologico.
A questo punto c’è chi dirà che gli integratori possono essere pratici come sostituto del pasto… ed io risponderò che anche una vita virtuale può essere pratica come sostituto della vita… scherzi a parte (e neanche troppo…), ci sono alimenti naturali che si possono non cucinare e sono pratici da portare (alcuni frutti freschi, in generale la frutta disidratata o i semi oleosi, ecc. ecc.…
Il precisino di turno dirà allora che in una barretta posso avere tutto quello che serve in termini di macro e micronutrienti… Ed io cercherò di far presente che un organismo sano non ha bisogno di assumere “tutto” a tutti i pasti; inoltre sarebbe il caso di riflettere sui i danni del “troppo”, sia di eccesso ingiustificato di nutrienti sia di sostanze chimiche collaterali necessarie al processo industriale/farmaceutico.
Logicamente se in via eccezionale non trovassimo proprio nulla di meglio che una “diabolica” barretta proteica… pazienza non morirà nessuno… Essere integralisti ed estremi non è mai una buona scelta. Ma non facciamoci prendere per il “naso”!
Nutrirsi esclusivamente di cibo di qualità può essere un impegno (anche se “di qualità” dovrebbe essere tradotto semplicemente con “non contaminato”) perché l’industria alimentare crea in molte occasioni una valanga di spazzatura che spaccia come commestibile… In natura tutti i potenziali alimenti che non sono in stato avanzato di decomposizione sarebbero “di qualità”. Nella grande distribuzione invece troviamo spesso prodotti che stranamente a male non vanno mai… e che all’interno contengono sostanze “sorprendenti”. Dall’altra parte c’è il piccolo imprenditore agricolo che comunque potrebbe spargere sul suo appezzamento sostanze chimiche aggressive per migliorare la resa… e noi ci riforniamo da lui pensando di fare l’affare! C’è chi si accorge della fregatura e inizia a comprare dal vicino del “furbetto”, perché in quest’altro caso è tutto “biologico”. Ma se il terreno confinante è inquinato, logicamente tramite acqua, aria e animali la contaminazione è scontata anche per l’area biologica. Insomma un bel rompicapo! Comunque non c’è da preoccuparsi eccessivamente perché cercando si trovano produttori che vendono prodotti certificati e sani. Logicamente la qualità si paga…
Mangiamo di meno ma di origine VERAMENTE controllata. So che agli amanti dell’abbuffata non piacerà, ma dobbiamo scegliere se vivere per mangiare o mangiare per vivere, possibilmente senza avvelenarci!
Questa parentesi “biologica” vuole far riflettere sul fatto che potrebbe essere più vantaggioso nutrirsi di cibo “NATURALE”, migliorando nel contempo la capacità dell’organismo di assorbire i nutrienti e risparmiare le energie, rispetto che mangiare cibo scadente e/o utilizzare integratori.
Meno dipendenze abbiamo più siamo liberi, sani e difficilmente manipolabili.
Per chi vuole scoprire qualche dettaglio in più su quello che a volte finisce sulla nostra tavola, una lettura interessante e poco impegnativa potrebbe essere: “Siete pazzi a mangiarlo” di Cristhope Brusset